Atlante della buona cucina del  Mondo Piccolo

Un gustoso itinerario gastronomico fra i cibi celebrati da Guareschi 

Nelle opere di Guareschi, e soprattutto nel ciclo del Mondo Piccolo, compaiono di frequente i temi del cibo e della buona cucina. I suoi racconti sono infatti molto spesso infarciti di pietanze succulente tipiche della tradizione emiliana: gli affettati, la pasta all’uovo, la carne, i dolci fatti in casa, i vini e i liquori locali. Rileggendo le storie di Peppone e don Camillo si riesce a ricostruire una sorta di atlante gastronomico della bassa parmigiana attraverso cui si può ripercorrere un gustoso viaggio tra le eccellenze gastronomiche locali.

Torta fritta: Pasta di pane fritta nello strutto bollente, di solito accompagnata da salumi locali.  

I salumi: la bassa, e la provincia di Parma in generale, sono ricche di squisiti salumi che hanno reso questa terra famosa in tutto il mondo: il Prosciutto di Parma, Il Culatello di Zibello, il salame di Felino, la Spalla cotta di San Secondo, solo per citarne alcuni.  

Parmigiano Reggiano: oltre ad essere uno degli ingredienti fondamentali di molte ricette è un eccellente prodotto da gustare separatamente anche come antipasto. È infatti uno dei prodotti più citati e celebrati nei racconti guareschiani  

Anolini: piccoli ravioli ripieni di parmigiano, uova, pangrattato insaporito e noce moscata, cotti e serviti nel brodo di carne.  

Tortelli di erbette: ravioli con un ripieno costituito da bietole e spinaci, ricotta, parmigiano; nella versione parmigiana la ricotta è predominante rispetto alle “erbette”.  

Lasagne: assieme ai tortelli e agli anolini è un piatto delle grandi occasioni: nei racconti del Mondo Piccolo queste pietanze si ritrovano in caso di festività o ricorrenze particolari. Le lasagne sono costituite da una pasta all’uovo farcita con ragù, besciamella e parmigiano e cotta al forno.  

Le tagliatelle al sugo o al ragù: si tratta di uno dei piatti tipici della cucina popolare emiliana, anche se per molti personaggi guareschiani rappresentano un sogno culinario difficile da realizzare.  

La carne: all’epoca dei racconti di Peppone e don Camillo la carne costituisce un vero e proprio lusso e viene consumata solo alcuni giorni all’anno in occasione delle principali festività o di importanti ricorrenze. Il manzo e il cappone lessi, utilizzati per preparare il brodo per gli anolini, vanno in tavola a Natale,  a Pasqua o nel giorno della sagra cittadina. Vengono invece consumati più di frequente le carni povere: coniglio, galletti, rane, lumache cacciagione. Una delle ricette di carne tipiche della tradizione popolare  spesso menzionata da Guareschi è quella del Pollo alla cacciatora che, stando ai commenti di Peppone, don Camillo e degli altri personaggi, doveva essere una vera prelibatezza. Anche la Trippa alla parmigiana occupa un posto di rilievo nei menù del Mondo piccolo; si trattava infatti di un piatto poco costoso, ricavato dallo stomaco dei bovini cucinato in umido, che veniva preparato non solo nelle case ma anche nelle osterie.  

I dolci: Uno dei dolci poveri, tipici della tradizione popolare, è senza dubbio la Pattona, una torta realizzata con la farina di castagne e il latte. Altre torte ricorrenti sono le crostate, farcite con le marmellate casalinghe di prugne, albicocche o amarene. C’è poi la torta di riso, un prodotto tipico di molte province emiliane che, secondo la zona, viene realizzata con alcune varianti.  

I vini: sono essenzialmente vini tipici della zona che, oltre ad essere gustosi, sono perfetti per le pietanze della cucina emiliana: il Lambrusco, la Fortana, il Trebbiano e la Malvasia.  

Digestivi: si tratta di infusi a base di alcool, zucchero e prodotti naturali del territorio, tra cui predominano il nocino, il prugnolino e il cosiddetto “sburlone” ottenuto con le mele cotogne.

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