Andar di pieve in pieve

      Fra torri medievali, rocche e borghi  è possibile  percorrere anche una via che ritrova in luoghi  isolati e di rara bellezza, armoniche e solide testimonianze di arte sacra e popolare.  Anche nell’appennino reggiano corre una fitta rete di pievi, chiese, oratori che in epoca matildica furono edificati ed abbelliti da costruttori e lapicidi erranti. Questi diedero vita a una serie di costruzioni destinate alle devozione medievale, luoghi di preghiera, ma anche luoghi di sosta, voluti da Matilde di Canossa per offrire accoglienza ai pellegrini.

Nonostante diverse pievi siano state distrutte o rimaneggiate a partire dal XVII secolo è ancora possibile assaporare la bellezza di piccole pievi e immergersi nel clima che caratterizzò  l’epoca d’oro dell’arte romanica.  Il percorso può iniziare nelle prime colline di Casina, dalla Pieve di Paullo che disegna lo skyline di un poggio di querce e cipressi.  L’edificio, riaperto al pubblico dopo anni di restauri da parte della soprintendenza delle Belle arti di Bologna, è un gioiellino del romanico reggiano.  Più che millenaria, fondata prima del 980, la pieve si presenta oggi come una ristrutturazione databile al 1100.  Le forme essenziali della facciata a capanna, che ha subito numerose trasformazioni, vi invitano ad entrare e a immergervi in un’atmosfera rustica ma dignitosa. La severità della navata principale è alleggerita da capitelli semplici a dado smussato ornati sugli spigoli con testine e mandorle e da capitelli più complessi con motivi vegetali.  Più che i rimaneggiamenti del passato stonano nell’edificio religioso i funghi delle stufe a gas e tristi seggiole in plastica che nascondono la bellezza delle colonne e il ritmo armonico della gradinatura. Risalendo lungo gli antichi tracciati dell’Appennino si incontrano la pieve di San Michele di Beleo e quella di Santa Maria di Pianzo. Situate in luoghi isolati, entrambe meritano una visita anche per lo straordinario scenario in cui sono inserite: la prima, un oratorio semplicissimo, vanta un’abside con peducci scolpiti con figure umane e animali; la seconda, in posizione appartata e quasi nascosta dagli alberi, ha una facciata a capanna in pietre squadrate, e conserva l’architrave più antico dell’Appennino ( MCCXX).  Un’altro edificio  collocato  in un luogo di particolare, un bosco di castagni secolari,  è la  Pieve di Marola, fatta costruire da Matilde intorno al 1092 e consacrata nel 1106.  Il complesso ecclesiastico  – pieve, cenobio, monastero e abbazia – nel corso dei secoli ha subito pesanti modifiche che ne hanno stravolto l’impianto originario. Nella seconda metà del Novecento è stata restaurata e ricostruita secondo l’impianto originaria.  Lasciamo al vostro sguardo e alla vostra sensibilità il giudizio sugli interventi.  Ma è nell’appennino medio alto, a Toano, che troverete la chiesa più importante dal punto di vista artistico, la pieve di Santa Maria, l’esempio più bello di architettura pievana del territorio reggiano. Situata in un colle che sovrasta il paese, un tempo con il castello e il piccolo borgo una cosa sola.  Nonostante l’incendi appiccato dai tedeschi nel ’44 e successivi rimaneggiamenti la pieve conserva intatto il fascino delle costruzioni romaniche:  la severa e potente facciata a capanna, il campanile disgiunto dalla chiesa  – per alcuni la torre del castello – la semplicità della costruzione. L’interno trasmette emozioni ancora più forti grazie alla nuda essenzialità della struttura robusta in cui si alternano in un gioco armonico pieni e vuoti.  I capitelli, uno diverso dall’altro, di epoche e ornamenti differenti, sono straordinari gioielli di arte medievale, decorati con  motivi bizantino – ravennati, intrecci canusini, figure primitive a tutto rilievo e motivi con foglie stilizzate di acanto e tralci d’uva. Sculture queste che nel loro insieme si inseriscono a pieno titolo tra le più importanti dell’Appennino reggiano e che meritano di essere viste e di essere ascoltate, perché hanno ancora tanto da raccontare.

DOVE MANGIARE:

Se non avete portato con voi un panno e il necessario per un pic nic allora vi consigliamo alcuni luoghi dove ristorare i vostri corpi.

RIO TORBIDO – CASINA 

TRATTORIA DA GIANNI  – PAULLO DI CASINA  

 

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