Educazione alimentare, una materia da inserire nelle scuole

Lo spreco alimentare è un “problema per il pianeta”: la percentuale di chi ne è consapevole è altissima, l’88% dei cittadini; che per l’81% si dice “preoccupato della questione”. Una sensibilità diffusa che in Emilia-Romagna è testimoniata dall’appello rivolto al Ministro Giannini in occasione dell’apertura dell’anno scolastico (“L’educazione alimentare va introdotta nei programmi scolastici”) e che fa seguito alla recente presentazione del Rapporto 2014 Waste Watcher, un progetto Last Minute Market con Swg. Il Rapporto evidenzia come, un cittadino su tre, in Emilia Romagna, ha ridotto drasticamente lo spreco alimentare domestico: il 38% degli intervistati ha diminuito, negli ultimi due anni, la quantità di cibo acquistato ma non consumato.

Un’ Italia attenta contro gli sprechi

“Non sprecare” sembra dunque essere il nuovo comandamento degli italiani, alla luce del Rapporto 2014 Waste Watcher: il 63% degli intervistati desidera un’Italia vigile contro gli sprechi, prima ancora di un’Italia equa (39%), solidale (22%), tollerante (12%), sicura (42%), e in generale rispettosa dell’ambiente (47%).

Ma c’è di più: l’81% degli italiani controlla se il cibo scaduto è ancora buono prima di gettarlo (era il 63% solo pochi mesi fa, nel gennaio 2014) e il 76% porta o vorrebbe portare a casa il cibo avanzato al ristorante: il 30% degli intervistati lo fa con una certa frequenza, il 46% vorrebbe farlo ma non trova i contenitori al ristorante ed è troppo timido per chiederli.

Il cibo, secondo gli italiani (60%), è il comparto su cui maggiormente si concentra la piaga dello spreco: più che per l’acqua (37%) o l’energia elettrica (20%). Coerentemente, in un’ottica di riduzione dello spreco ma anche di svolta culturale sulle tematiche ambientali connesse, gli italiani chiedono provvedimenti e informazioni diffuse sul tema (le considera utili il 94% degli italiani).

L’appello al Ministro: “Educazione alimentare nelle scuole”

Ma che fare, dunque, per accrescere i risultati positivi nella battaglia allo spreco? Anzitutto la necessità di una campagna sistematica di istruzione nelle scuole, accanto a ulteriori iniziative utili a “far conoscere ai cittadini i danni sull’ambiente e l’impatto negativo sull’economia” e a confezioni e packaging che prevedano porzioni ridotte. “Da Bologna, rilanciamo il nostro appello al Governo e al Ministro Stefania Giannini per l’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole – ha dichiarato il presidente del Last Minute Market, Andrea Segrè –. Verifichiamo però, in questi giorni, che il documento “La buona scuola”, consultabile sul sito passodopopasso.italia.it, prevede spazi per il potenziamento dell’educazione fisica, come strumento contro l’obesità infantile, ma nessun cenno viene fatto all’educazione alimentare. Un gap da colmare prima possibile. La richiesta di inserire l’educazione alimentare nelle scuole, al pari dell’educazione civica come strumento di crescita e formazione dei futuri cittadini, è una delle priorità inserite nel decalogo delle misure previste dal PINPAS – il Piano nazionale di prevenzione degli sprechi alimentari promosso dal Ministero dell’Ambiente – ed è uno strumento primario e centrale per una reale svolta culturale sul tema. Lo spreco complessivo di cibo, dai campi alla filiera al bidone della spazzatura domestico, vale complessivamente 8,1 miliardi di euro all’anno, ovvero 6,5 euro settimanali a famiglia per 630 grammi circa di cibo. Studiare meglio le cause e i comportamenti familiari è il primo passo per garantire policies adeguate di prevenzione dello spreco. Anche e soprattutto a partire dai giovani”.

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