Il rischio c’era e veniva dall’Europa. Il Lambrusco stava per essere tolto dalla lista dei vini protetti, perché non ha un riferimento geografico definito. Poteva quindi avere la stessa sorte del Vermentino che è prodotto liberamente ovunque.
Sarebbe stato un danno incalcolabile per la nostra agricoltura. Il Lambrusco è infatti il vino italiano più bevuto al mondo, ed è famoso proprio perché è prodotto in modo rigoroso e attento, nelle province di Reggio Emilia, Modena e Parma, dove sappiamo farlo.
Che senso aveva produrre Lambrusco in Francia? Noi non facciamo mica champagne!
Numerosi i convegni a sostegno della tipicità del Lambrusco. Lo scorso 30 gennaio si è tenuto un incontro: “Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare”, a cui hanno partecipato associazioni a tutela del lambrusco, parlamentari europei, il ministro per l’agricoltura Martina e politici locali. La difesa del nostro vino è una priorità per il nostro territorio!
“Di quale volume di affari stiamo parlando? Le bottiglie prodotte nel 2014, certificate DOP e IGP sono più di 180 milioni, 63% destinate all’estero per un valore di 570 milioni e 400mila Euro.
Poi fortunatamente il dietro front di Bruxelles: il direttore generale Joos Korte proporrà al commissario per l’Agricoltura Ue Phil Hogan il ritiro dell’atto delegato sul vino.
L’abbiamo scampata bella… per ora!
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